PASTORALE
GIOVANILE,
ELEMENTI
PER UN ITINERARIO: Giovanni Paolo II e
i giovani
Di Cristina Vonzun
Oggi come oggi, parlare di pastorale giovanile significa incontrarsi con la
figura e con l'opera educativa di Giovanni Paolo II. Il Papa ha utilizzato nel
suo cammino di accompagnamento ai giovani, particolarmente segnato dalle Giornate
mondiali della gioventù, vari elementi che se ripresi indicano una pista
pedagogica concreta ed articolata, fatta oggetto di studio in alcuni convegni
organizzati dal Pontificio Consiglio per i Laici, per i responsabili nazionali
di Pastorale giovanile. Da qui, si possono trarre spunti interessanti per completare
un itinerario di accompagnamento delle nuove generazioni valido anche a livello
parrocchiale e diocesano.
UN ITINERARIO CHE ASSUME LA FORMA DEL PELLEGRINAGGIO
È la formula delle "Giornate mondiali della gioventù",
con tutta la carica di significato che comportano e che il Papa ha così
definito "un cammino di rinnovamento interiore, di approfondimento della
fede, di rafforzamento del senso di comunione e di solidarietà con i
fratelli, e come mezzo per scopertine/coprire le personali vocazioni".
IL PUNTO DI PARTENZA: LA REALTÀ GIOVANILE
Il metodo del Papa è lo stesso utilizzato da Cristo che saliva sulla
barca insieme ai pescatori, condividendone la vita: fa sue le domande dei giovani,
le esprime chiaramente e afferma le possibilità insite tanto in questa
tappa concreta dell'esistenza che nella realtà che essi vivono. Ad esempio
a Denver nel 1993, il Papa richiama le grandi domande esistenziali: "Vi
fate interpreti di una domanda: come e dove possiamo incontrare questa vita,
come e dove possiamo viverla? Ci chiediamo perché? Perché agire?
Perché sono qui? Smettere di porsi tali domande significa rinunciare
alla grande avventura di cercare la verità della vita... Sapete quanto
sia facile evitare le domande fondamentali. Ma la vostra presenza qui rivela
che voi non vi sottraete alla realtà o alle responsabilità".
- Dimostrare loro fiducia:
È uno degli atteggiamenti di Giovanni Paolo II, che vede in questo periodo della vita umana una grande ricchezza da scopertine/coprire e da mettere a disposizione degli altri. Così scrive nel 1985 a tutti i giovani del mondo: "Mettete al servizio della Chiesa i vostri giovani talenti, senza riserve, con la generosità propria della vostra età". Il Papa considera questo periodo come un tempo ricco di opportunità e di domande che non rifiuta di accogliere e formulare per riproporle ai giovani stessi con l'intento di avviarli su una strada ben precisa.
FORMARSI AD UNA CONFESSIONE ESPLICITA DELLA FEDE
Questo è
il punto nodale dell'itinerario che il Papa propone ai giovani. La vita si realizza
nella confessione esplicita del messaggio cristiano, del mistero e della vita
di Cristo. Il Papa rilegge e narra l'esperienza pasquale, il cammino di Gesù,
accostandolo all'oggi di ogni giovane. Nel messaggio di convocazione alle giornate
mondiali del '94 e '95 scrive: "Ancora una volta a convocare i giovani
di tutto il mondo è Gesù Cristo, centro della nostra vita, radice
della nostra fede, ragione della nostra speranza, sorgente della nostra carità".
E a Denver: "La storia dell'uomo è segnata dalla spasmodica e drammatica
ricerca ... Al culmine della rivelazione il Verbo incarnato proclama 'lo sono
la vita' ... 'Io sono venuto perchè abbiano la vita'. Gesù è
venuto incontro agli uomini".
La meta che il Papa pone con molta chiarezza ai giovani non è un ideale
passeggero né extramondano: la scopertine/coperta di Cristo si traduce ancora e
nuovamente nella scopertine/coperta del dramma umano: "rendendoci sensibili alle
impellenti minacce della fame e della guerra ... agli attentati ai diritti dell'uomo,
nonché alle sue legittime libertà, compresa la libertà
religiosa, alle manipolazioni, presenti e potenziali, della sua dignità
(Santiago 1989)".
LA FORMA DELL'INCONTRO DEVE ESSERE "PERMANENTE"
È la strada della sequela, nell' invito a farsi suoi discepoli in
una forma d'incontro realmente unica. Ancora a Denver: "Chi se non Colui
che essendo l'autore della vita, può appagare l'attesa che Egli stesso
ha posto dentro il cuore dell'uomo? ... questa è la via per entrare nella
vita". "Ogni scopertine/coperta che si fa di Lui, diventa un invito a cercarlo
sempre di più, a conoscerlo ancora meglio mediante la preghiera, la partecipazione
ai sacramenti, la meditazione della sua Parola, la catechesi, l'ascolto degli
insegnamenti della Chiesa".
Quando Giovanni Paolo II invita i giovani a crescere nella fede propone loro
un cammino dentro la Chiesa concreta, nelle loro parrocchie, in diocesi, nei
gruppi, nelle associazioni e nei movimenti.
CHIAMATI DA SUBITO AD ESSERE SOGGETTI ATTIVI DELL'EVANGELIZZAZIONE
Mettersi in cammino nella vita, vivere il Vangelo con la coscienza di essere
presenza con tutta la Chiesa, è un pensiero che ritorna molte volte nel
modo in cui Giovanni Paolo II si pone davanti alle giovani generazioni.
Egli sottolinea in moltissimi messaggi che i giovani stessi devono essere protagonisti
dell'evangelizzazione, primi apostoli ed evangelizzatori del mondo giovanile,
gente che sa "prendere il proprio posto nella Chiesa, che non è
solo quello di destinatari di cura pastorale, ma soprattutto di protagonisti
attivi della sua missione ... voi stessi siete la Chiesa" (Messaggio ai
giovani del mondo, nel 1990).
IL PROGETTO DI VITA
Come presenta Giovanni Paolo II, questo aspetto decisivo?
Il Papa lo indica nel messaggio del 1985, parlando di progetto di vita e di
vocazione cristiana come di qualcosa di profondamente unito: "Il progetto
è la vocazione in quanto in essa si fanno sentire i fattori che chiamano...
un determinato ordine di valori ... dai quali emerge un ideale da realizzare,
che è attraente per un cuore giovane. In questo "processo"
la vocazione diventa progetto e il progetto comincia a diventare vocazione".
È in questo processo che il giovane si pone la domanda sulla volontà
del Signore riguardo alla sua vita. Il Papa definisce questo interrogativo decisivo
come affascinante impegno interiore che si situa nella storia: "La vostra
giovinezza e il progetto di vita, che durante la giovinezza ciascuno e ciascuna
di voi elabora, sono sin dall'inizio inseriti nella storia di queste diverse
società, e ciò avviene non 'dall'esterno', ma eminentemente 'dall'interno'".
PROPOSTA DI IMPEGNO
Ogni buon itinerario deve giungere a formulare proposte. Da qui l'invito
insistente ai giovani all'impegno immediato che porta a promuovere determinati
valori e ad operare secondo essi.
- Di che tipo di impegno si tratta?
È sempre unito al dono di sé, al darsi agli altri, in definitiva
a un modo nuovo e diverso di intendere la vita. Torniamo a Denver: "La
vita nuova fiorisce nel dono di sé agli altri, secondo la vocazione di
ciascuno" e questo passa per un impegno concreto "impegnarsi in vari
campi a favore dell'uomo".
Infatti è la "dimensione del dono che crea il profilo maturo di
ogni vocazione umana e cristiana" (come scrive nel Messaggio ai giovani
nel 1985). L'annuncio di Cristo è essenzialmente testimonianza di vita:
"Testimoniate la vostra fede anche tramite il vostro impegno nel mondo.
Il discepolo di Cristo non è mai un osservatore passivo ed indifferente
davanti agli eventi. Al contrario egli si sente responsabile della trasformazione
della realtà sociale, politica, economica e culturale". Si tratta
per Giovanni Paolo II di un impegno da concretizzarsi: "nella comunità
ecclesiale e nella società".
Questo impegno deriva dalla sequela, dall'incontrare Gesù e si struttura
attorno ai valori: libertà, rispetto della dignità dell'essere
umano, accoglienza della vita, difesa dei diritti dell'uomo, apertura al trascendente
e alle dimensioni dello spirito.
La chiamata all'impegno è invito a testimoniare: "Dovete avere il
coraggio di parlare di Cristo nelle vostre famiglie, nel vostro ambiente di
studio, di lavoro e di ricreazione ... Esistono luoghi e situazioni in cui solo
voi potete portare il seme della Parola di Dio" (Messaggio ai giovani nel
1992).
BREVI SPUNTI DI RIFLESSIONE PER LA NOSTRA PASTORALE GIOVANILE
In tutti
questi aspetti, sono stati messi in evidenza una forma ed uno stile di accompagnamento
che possono costituire anche per noi un punto di riferimento nel cammino dei
nostri progetti di pastorale giovanile. Si tratta di una forma che fa memoria,
che confessa, che è testimonianza; che ascolta ed accoglie, partendo
dalla realtà concreta dei giovani; che provoca, che propone cambiamenti
di livelli, passaggi continui; che incita alla responsabilità e all'impegno
personale; che segnala mezzi ed elementi di ausilio per il cammino. Una traccia
questa, da considerare per il futuro prossimo della Pastorale giovanile nella
nostra diocesi.
Il centro di convergenza e di coagulo di tutto questo discorso è Gesù
Cristo, l'incontro con Lui e con la sua forma di vita: la sua sequela dentro
la compagnia della Chiesa.